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Ho vissuto in questa terra sei anni della mia infanzia, ed anche nel resto della mia vita sono tornato spesso, perché qui ho trovato sempre nuovi luoghi da scoprire. Partendo dai colli del Montefeltro, su e giù per le montagne appenniniche a sentire profumo di Toscana e Umbria fino ai selvaggi monti Sibillini, per poi tornare infine ai colli cari al Leopardi in un circuito di natura incontaminata. La costa è per tutti i gusti: bassa e sabbiosa a nord e nel sud della regione, rocciosa al centro con spettacolari calette nella riviera del Conero. Decine di borghi medievali con castelli, abbazie, chiese come il Santuario di Loreto per arricchire la mia cultura. Per finire il cibo: come antipasto partirei con delle Olive Ascolane di Mare; di primo una pasta al forno maceratese chiamata Vincisgrassi; come secondo lo Stoccafisso all’Anconetana il tutto accompagnato da un vino rosso come il Sangiovese o un vino bianco come il Verdicchio di Jesi.

Superficie: 1963,06 Km² Popolazione: 461.966 Comuni: 47
Loreto: Piazza della Madonna
Loreto: Piazza della Madonna



La Santa Casa all'interno del Santuario
Via la Piaggia più nota come "La Scalinata"
La Rotonda a Mare

Superficie: 2780,80 Km² Popolazione: 303.510 Comuni: 55
Le "Lame Rosse", il Grand Canyon dei Monti Sibillini
Le "Lame Rosse", il Grand Canyon dei Monti Sibillini



Lago artificiale situato all'interno dei Monti Sibillini
Castello Rinascimentale
Casa natale di Giacomo Leopardi

Superficie: 2509,86 Km² Popolazione: 350.335 Comuni: 50
Carpegna: Pieve Romanica di San Giovanni Battista
Carpegna: Pieve Romanica di San Giovanni Battista



Tre giorni in questa località di villeggiatura, che giustamente, a differenza di molti comuni del Montefeltro ha resistito alle sirene romagnole ed è rimasta marchigiana. Di giorno la cittadina non ha cose particolari da visitare; solo la grande spiaggia sabbiosa che è occupata interamente degli stabilimenti balneari; la spiaggia libera piccola e carina, ma molto lontana dal centro nella parte nord del paese. Quando scendono le ombre della sera le luci del lungomare animano il posto che mantiene comunque un atmosfera tranquilla. Passo il ponte pedonale sul fiume Tavollo dove trovo un ristorantino in riva al mare e ceno coi piedi nella sabbia. Più tardi una granita alla menta mi rinfresca mentre sul viale passa il trenino che fa la spola tra la parte costiera ed il borgo montano. Cammino sul molo fino al Faro Rosso; al ritorno mi siedo sugli scogli bianchi a godermi la brezza proveniente dal mare; dietro di me le luci della notte illuminano Gabicce.
Questo castello appartenuto alla nobile famiglia riminese dei Malatesta è famoso per un canto della Divina Commedia che narra la vicenda di Paolo e Francesca che nelle stanze di questa rocca videro nascere il loro amore e qui vi trovarono la morte per mano del marito di lei. Trovato fortunosamente parcheggio libero nei pressi del maniero, salgo per una ripida strada fino all’ingresso della cittadella fortificata. Raggiunta la prima cinta muraria entro nel borgo passando sotto la Porta dell’Orologio. La strada è costellata di locande, botteghe e negozi che nel nome o nei prodotti che vendono ricordano i due sfortunati amanti. E’ piacevole curiosare alla ricerca di un ricordino da portare a casa, anche se tutto questo commercio contrasta un po col romanticismo del luogo. Raggiungo una seconda porta che da accesso alla Rocca ed alla possibilità di camminare sulle possenti mura, tutto questo dopo aver pagato un biglietto d’ingresso. Una ragazza con al braccio un bellissimo esemplare di Gufo Reale annuncia uno spettacolo di falconeria. Lascio questo luogo con l’intento di tornarci, magari in dolce compagnia; di sera con la rocca illuminata.
In uno dei miei giri sulle colline marchigiane ho fatto tappa in questa città. Provenendo da Fermigliano, costeggio le possenti mura e parcheggio comodamente in via Matteotti ai piedi del centro storico. Mi inerpico sulla ripida via Saffi; una suggestiva salita in porfido tra vecchie case coi mattoni a vista. Lungo la strada si susseguono le facoltà di una delle università più prestigiose d’Italia. Arrivati in cima la strada spiana, si allarga per far posto ad antichi palazzi; sono in piazza Rinascimento: al centro l’Obelisco Egizio; alla mia destra la Chiesa gotica di San Domenico; a sinistra Palazzo Ducale antica dimora di Federico da Montefeltro, oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche. Dopo una visita alla Cattedrale, trovo riparo dalla calura riposandomi sui gradoni innanzi alla Grotta del Duomo. Riprendo il cammino; le vie brulicano di studenti universitari che pare siano molti di più degli abitanti di Urbino. In un negozio di souvenir prendo la solita maglietta ricordo. Concludo la mia visita davanti alla casa natale di Raffaello, simbolo di questa città rinascimentale.